L’interesse per l’ingegneria genetica cresce sempre di più sia nella comunità scientifica che nella società. La clonazione e le nuove frontiere del DNA ricombinante e delle altre biotecnologie nel campo animale e ambientale hanno dato origine a dibatti sociali di ampia portata per le conseguenze sul futuro della qualità della vita. Le conquiste e i risultati positivi in vari settori della farmacologia, della medicina, dell’agricoltura e della zootecnica sono tante. La produzione in serie per clonazione di molecole terapeutiche come l’insulina, l’interferone, la somatostatina, la calcitonina, il vaccino antiepatite B solo per citarne alcune, ha aperto nuove speranze nella cura di patologie particolarmente insidiose per la salute umana. Non mancano però zone di ombra, perché all’orizzonte si intravede la possibilità di ‘ritoccare’ il genoma umano e quindi il rischio di certe forme di eugenismo o di ‘alterazione’ delle condizioni attuali della vita e degli equilibri della biodiversità. Da tutto ciò emerge l’esigenza di un confronto scientifico e di un dialogo sociale aperto e pluralista, libero da strumentalizzazioni e da steccati ideologici. Compito che dà origine sempre più ad associazioni e a comitati per l’ingegneria genetica.